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Culture della maternità e narrazioni generative

Culture della maternità e narrazione generative

a cura di Maria Livia Alga e Rosanna Cima

Franco Angeli
2022

Chi ha il potere di definire la vulnerabilità, cosa è la cura materna, quali sono i segnali di disagio e i modi di affrontarlo? Sulla traccia di questi interrogativi un gruppo composto da assistenti sociali, educatrici e mediatrici, accademiche ed attiviste di tre Paesi europei (Italia, Romania, Spagna) ha condiviso un percorso di ricerca a partire da sé.

Esplorare l’esperienza soggettiva ha nutrito prese di coscienza e forme di comprensione auto/critiche degli orizzonti culturali, disciplinari e istituzionali che orientano il proprio agire quotidiano. La circolarità dei saperi esperienziali e professionali, favorita dalla pratica della narrazione orale e scritta, fa emergere le crepe dei modelli sociali di intensive parenting, aprendo a visioni decoloniali di maternità allargate e ad un pensiero che sa sostare nelle contraddizioni più profonde.

Il libro si rivolge a chi lavora nei servizi sociali, educativi, consultori familiari, comunità alloggio, centri antiviolenza, tutela dei minori e a coloro che si formano alle professioni di cura in ambito sanitario, socio-educativo e giuridico.

Recensioni

Culture della maternità e narrazioni generative, Maria Livia Alga e Rosanna Cima (a cura di), Milano, Franco Angeli, 2022
Culture della maternità e narrazioni generative nasce a partire dal desiderio delle autrici di offrire una restituzione organica, consapevole della propria parzialità, al percorso di ricerca avviato in seno al progetto europeo Erasmus+ Taking care of vulnerable women during perinatality.
La ricerca-azione si è tradotta nel presente testo, corale e polifonico, che affida a voci plurali la restituzione narrativa della complessa esperienza del materno, attingendo a pratiche incarnate di natura creativa, artistica e spirituale.
Fiabe, miti e rituali sono fonti qui narrate di inesauribile sapere archetipico, che indica i nuclei ancestrali del femminile da cui la donna contemporanea si trova sradicata. Da qui la lotta, politica e generativa, a rifondare una narrazione di sé e del materno incarnata, legata ai cicli naturali spezzati e recisi dal controllo patriarcale dei corpi: una natura oggi inquinata dal sistema istituzionale, che inficia le traiettorie materne, opera cesure fra le discendenze, provoca conflitti genealogici e fra donne.
Le autrici mettono in gioco il proprio posizionamento culturale, etnico, genealogico, corporeo, sociale, in un mosaico che si fa politico dacché orientato a decolonizzare la maternità.
Gli sguardi che si giocano nell’opera presentata gravitano intorno al materno, ordine capace di garantire senso, orientamento, radici all’esperienza, rendendola vitale e non subita.Un materno creativo e generativo, evinto dalle derive meccanicistiche e disincarnate, in nome di un pensiero fiorente, la cui pretesa di naturalità rimanda all’umano, non tanto a un itinerario del femminile caratterizzato da deterministica necessarietà.
Si narra di percorsi materni accidentati, d’inquieta incertezza. Di territori contesi ove il femminile confligge, segnato da violenza e razzializzazione da parte dell’istituzione, dal maltrattamento teoricoe dalla burocratizzazione delle madri e dalla psicologizzazione e naturalizzazione del legame. Di oppressione e privilegio, potere che imprigiona le possibilità di esistere aderenti a ciò per sé essenziale.
Le voci sono potenti, coraggiose, intime e furiose: furiose come una madre a cui siano stati portati via i figli, furiose come una madre rubata a sé stessa, furiose come una madre sola, capace di gridare il suo pianto al mondo, e unirsi in lotta alle altre per costruire una realtà abitabile e a misura del proprio desiderio.
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Educazione Interculturale –Teorie, Ricerche, Pratiche
Greta Torresani

Culture della maternità e narrazioni generative, le maternità sono fioriture impreviste
Quanto si può voler bene a questo mondo?
Quanto può essere grande la relazione che ci lega all’altra o all’altro?
Può sconfinare l’universo.
Anzi, lo sconfina. E sconfinando, se ne prende cura.
Culture della maternità e narrazioni generative(*) è una composizione corale, frutto dell’estratto vivo di una ricerca che, dal 2015 al 2021, ha raccolto suggestioni, storie, immagini, testimonianze e pensieri intorno alle pratiche di accompagnamento di madri e figl* considerati vulnerabili. È anche la proposta di decostruzione della visione coloniale delle maternità che impregna gli orizzonti di intervento, quelli istituzionali compresi.
Una ricerca condotta constatando che occupare la “posizione di chi definisce quali siano i bisogni degli altri rappresenta una forma di potere” e interrogando la connessione Natura/Potere, riconoscendola come dannosa se vista come sodalizio irrisolvibile tra categorie immutabili.
Chi ha il potere di definire che cos’è essere vulnerabili, che cos’è la cura materna, quali sono i segnali di disagio e i modi di affrontarli? In che modo può una donna definire la propria situazione a partire dal suo stesso modo di viverla, senza essere guidata dalla paura, dal bisogno o dalla vergogna? (nel libro Migliavacca, con una domanda emblematica).
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Diotima
Valentina Capati

La maternità – “allargata”, “distribuita”, “dolente”, “razzializzata e colonizzata”, “comunitaria” –, è un “terreno di conflitto”; è una “questione politica”; è, sempre, un processo, in modo particolare, un “processo culturale”. Sono soltanto alcune delle espressioni, potenti, evocative, riverberanti che le autrici che hanno contribuito alla stesura del volume Culture della maternità e narrazioni generative, a cura di Maria Livia Alga e Rosanna Cima, utilizzano per riflettere sull’essere madri e de-cristallizzare quell’insieme di impliciti che non sono più fatti oggetto di pensiero e discussione
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Women & Education
Alessandra Altamura

 

INDICE

La maternità è una prova. Come creare contesti per riconoscere e comprendere situazioni vulnerabili
di Maria Livia Alga ___7

Parte prima
Dialoghi e pratiche a partire dalla violenza istituzionale

“Fare” le madri. Il lavoro dei servizi socio-educativi con la maternità e le sue ambivalenze
di Chiara Sità ___47

Partire con mia figlia. Il percorso verso il tribunale e il lavoro con i servizi sociali
di Fatima Lebron Oviedo ___67

Visitando “Esta tierra jamás será fértil por haber parido colonos” di Daniela
di Rosanna Cima ___79

I figlx delle Nessuno. Violenza coloniale e patriarcale su bambinx e madri razzializzatx
di Linda Porn ___82

Incontrare Sandra Fatih Erhabor
di Rosanna Cima ___96

Ci siamo passate tutte
di Sandra Faith Erhabor ___100

Nello specchio delle violenze istituzionali
di Rosanna Cima ___114

Parte seconda
Spazi terzi e maternità allargate

Le maternità in contesto. Genealogie e dibattiti femministi
di Mari Luz Esteban Galarza ___137

Il cerchio delle storie. Un progetto di scambio tra madri a distanza, operatrici e bambini in Romania e in Italia
di Susanna Bissoli, Elena Migliavacca e Manuela Vaccari ___154

Abitare luoghi di cura
di Elisabetta Masotto ___179

Forme di gestazione comunitaria
di Susanna Vetturelli ___194

Equidistanti dal centro. Pratiche e culture femminili: cer- chi di donne, cerchio di Yogini
di Anastasia Mostacci ___206

Postfazione
di Simona Talian ___229

Nota biografica delle autrici ___237

Illustrazioni di Chiara Schiavon